
La normativa che regola il gioco d’azzardo in Italia può risultare abbastanza complessa ed articolata se non si hanno ben chiari alcuni elementi essenziali della sua storia. Si tratta di un settore particolarmente soggetto alle attenzioni dei governi, in tutto il mondo, e ciò ha portato alla produzione di normative molto distinte tra loro, anche per quanto riguarda le tempistiche.
Non tutti forse sanno che il nostro Paese è stato uno dei primi, in Europa, ad operare la liberalizzazione del settore. Ciò ha portato ad una vera e propria legge attualmente disciplinata dal Codice Civile e da decreti specifici. Entrando nel dettaglio, parliamo di articoli quali il 1933, il 1934 e il 1935, tutti volti alla disciplina del settore. Ma c’è anche l’articolo 718 del Codice Penale che non è da dimenticare. Andiamo, però, con ordine.
Licenze ADM: di cosa si tratta?
Prima di cimentarci in un excursus storico circa le tappe fondamentali, a livello normativo, sarebbe il caso di chiarire la situazione attuale. In Italia l’intero settore è disciplinato dall’Agenzia Dogane e Monopoli, meglio nota come ADM (ex AAMS). Per questo motivo, chi opera sul territorio italiano generalmente deve fruire di una licenza rilasciata dall’ente che regola l’attività nel nostro Paese: si tratta di un ente appaltatore, che ha lo scopo di controllare l’intero settore, nonché promuovere il gioco responsabile.
Questo vale, ovviamente, anche per i siti di gioco online. Alcuni dispongono di una licenza ADM e ciò è facilmente riscontrabile notando un logo nella home page del sito; altri, invece, dispongono di una licenza internazionale, la licenza europea CEE n° 2000/31/Ce. Difatti, esistono in rete anche dei siti di gioco “non-aams”, come quelli presenti sul sito non-aams.com.
Gioco d’azzardo in Italia: passaggi storici essenziali
Guardando al passato, si può dare un’occhiata a quelle che sono state le tappe fondamentali di questo settore, quantomeno a livello legislativo. In Italia una delle principali svolte si è registrata nel 2002: un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze disciplinava l’accettazione, telematica e telefonica, in attuazione al decreto ministeriale del 2001 (il numero 156). Cosa stabiliva il decreto in questione? Che fossero consentite le scommesse per vita telematica su eventi sportivi, previa però stipula di un contratto tra concessionario e scommettitore: difatti, si diede il via alle scommesse online.
Sempre nel 2002, con la legge numero 289 si disciplinò il trasferimento delle concessioni: queste venivano concessione in base a dei criteri specifici e riguardavano inizialmente solo i locali fisici. La gestione passava in mano allo Stato. In realtà, non si parlava soltanto di gioco d’azzardo, ma anche tutto ciò che riguardava concorsi e giochi con premi. Al Monopolio di Stato è stata conferita una funzione di indirizzo e regolamentazione.
Ma la storia del gioco, in Italia, è molto più antica. Basti pensare al fatto che una delle prime normative risale al 1948 e stabiliva che il monopolio di Stato dovesse riguardare anche il settore del gioco. difatti, pur non esistendo il rilascio delle licenze, veniva stabilito che tutta l’attività venisse gestita dallo Stato.